Recensione di Franca Maria Genovese sulla raccolta di poesie “Un piccolo scrigno mi parla di te”

In un tempo in cui la poesia sembra aver imboccato la strada dell’oblio, di una inevitabile lontananza dal grande pubblico, la raccolta di prose e poesie d’amore “Un piccolo scrigno mi parla di te” di Bruno Lorenzo Castrovinci, mira dritto al cuore dei lettori per un viaggio esperenziale nel tempo e nell’anima.

L’autore, alla sua prima raccolta di versi, dopo la pubblicazione di due romanzi, “Il treno della Scienza, un viaggio senza fine” e “Salire sempre più in alto, fino a toccare il cielo”, già dal titolo, “Un piccolo scrigno mi parla di te”, annuncia la sua originalità e, spingendosi al di là della tradizionale raccolta di versi, affida le proprie emozioni al genere letterario del prosimetro.

I versi, alternati con sapiente maestria alle pagine in prosa e intercalati da evocative illustrazioni, affrontano in modo esclusivo e totalizzante uno dei bisogni umani più “vitali” e imprescindibili, la tesaurizzazione dell’amore.

Come ricordi di un tempo che non tornerà più” è il verso che meglio interpreta la metafora dello scrigno e, se la volontà di eternare l’amore rappresenta l’entità della raccolta, l’intera silloge costruisce ed evoca emozioni e sentimenti, inducendo alla riflessione e a una profonda esperienza emotiva.

L’amore, la nostalgia, lo scorrere del tempo e l’intenso bisogno di tenere i ricordi a sè accomunano i componimenti de Un piccolo scrigno mi parla di te, in cui, l’autore, vero e proprio poeta dell’anima, descrive le più varie sfumature evocate dal sentimento amoroso attraverso il divenire del tempo. L’introspezione personale, materializzatasi in immagini icastiche, diventa viatico per un viaggio lieve in cui il lettore viene accompagnato all’interno del mondo dei sentimenti. Salite e discese, emozioni e sentimenti, felicità e nostalgia, tristezza e malinconia le vibrazioni che percorrono tutte le pagine e che avviluppano l’anima in una costante e soave armonia che ha il sapore, al contempo, di una piacevole e struggente malinconia. L’intensità e la dolcezza dei ricordi non sono mai disgiunte dal tormento dell’allontanamento né dal tenue e mai sopito desiderio di “un nuovo tempo”….

E proprio questa capacità di solleticare il cuore, di far evolvere ogni parola in tensione emotiva e potente suggestione esplica perfettamente il valore universale della poesia: ritmo, messaggio emozionale e incanto.  La chiarezza e l’efficacia espositive, tratti distintivi dell’autore, frutto di un virtuoso e meticoloso lavoro di ricerca, sublimano la “creazione poetica” che diventa, pertanto, essenzialità della parola e cantico emotivo, illuminazione e salvezza dell’anima.

Parlando all’interlocutore, il canzoniere di Castrovinci diviene quindi luogo della memoria e catarsi liberatoria, accordando alle anime sensibili di ritrovarsi e, universalmente, di vivere i moti del cuore ritrovandosi…”in questo bellissimo mistero che è la vita”.  

Franca Maria Genovese (Docente di Lettere ITT E. Majorana di Milazzo)

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