Castrovinci Bruno Lorenzo, scrittore, saggista e poeta italiano contemporaneo

Benvenuto, sono Bruno Lorenzo Castrovinci, autore, scrittore, saggista e poeta italiano. Nei miei romanzi la bellezza dei colori, degli odori dei bellissimi scorci di paesaggio di una delle terre più belle del mondo, la Sicilia. Nei miei versi la poesia romantica che accompagna il cammino dell’animo umano, sempre alla ricerca della felicità. Salire sempre più in alto fino a toccare il cielo il mio ultimo libro candidato al premio Campiello.

Biografia

Bruno Lorenzo Castrovinci, nasce a Frazzanò un piccolo paese collinare della provincia di Messina a valle degli incantevoli paesaggi della catena montuosa dei monti Nebrodi, il 3 agosto del 1969.

Un uomo, mille storie, mille sfaccettature di un umanista, capace di passare dalla conoscenza iper-specialistica tecnica e ingegneristica alla poesia.

Un intellettuale, saggista, pubblicista, scrittore, poeta, che nella sua vita ha scritto tanto, certo, ma ha anche realizzato come paesaggista opere di valore, dove la poesia si cristallizza nella materia, diventando arte, architettura e paesaggio.

Uno scrittore Siciliano, che racconta la sua terra, con i suoi colori, i suoi sapori, i suoi odori e i suoi personaggi, frutto di quella ricca e millenaria storia di chi vive e abita in questa bellissima isola.

Dalle pagine dei suoi libri e dai versi delle sue poesie emergono mille emozioni, un modo per raccontare le sfaccettature dell’animo umano, sempre alla ricerca costante della felicità.

Saggista pubblicista in numerose riviste e testate online, ha esordito come scrittore nell’anno 2021 con il romanzo “Il treno della Scienza, un viaggio senza fine” che racconta le vicissitudini di tanti lavoratori del mondo della scuola che per raggiungere la sede di servizio devono fare una dura vita da pendolari. L’anno successivo ha pubblicato il romanzo “Salire sempre più in alto fino a toccare il cielo” che racconta le storie di uomini e donne che vivono in una piccola cittadina lambita dal mare, dove la natura risplende nella sua immensa bellezza, tanto da sembrare un paradiso in terra e che nonostante la fortuna di vivere in un luogo così meraviglioso, tutti i personaggi sono in affanno costante nelle loro esistenze, caratterizzate da elementi comuni quali la sofferenza e la lotta per riuscire a trovare la sperata felicità, o semplicemente un’esistenza serena. Nello stesso anno ha pubblicato la sua prima raccolta di poesie d’amore illustrate dal titolo “Un piccolo scrigno mi parla di te” emozioni che si cristallizzano diventando eterne, e che, come in uno scrigno, sono custodite come ricordi di un tempo che non tornerà più. Molti sono i suoi lavori selezionati con menzione di merito nei concorsi letterari di poesia e letteratura.

Il treno della scienza una storia senza fine

Il lungo viaggio dei docenti pendolari siciliani, che, per raggiungere la sede di servizio, devono alzarsi nel cuore della notte per prendere il treno che li porterà nelle scuole in cui insegnano, per tornare in tarda serata nelle proprie case, dopo un lungo viaggio di andata e
ritorno. Costretti a vivere molto tempo lontano dalle loro famiglie, durante il viaggio tra di loro nascono dei sentimenti e delle passioni, che nel libro si sviluppano esplorando le varie
sfaccettature dell’animo umano.
Ai meravigliosi paesaggi siciliani, e alla bellezza dei protagonisti del racconto, si associa una descrizione del mondo della scuola vista da chi ci lavora e ci vive da anni, esaltando soprattutto il lato umano e le relazioni del personale docente e non.

Salire sempre più in alto, fino a toccare il cielo

Salire sempre più in alto fino a toccare il cielo” racconta le storie di uomini e donne che vivono in una piccola cittadina lambita dal mare, dove la natura risplende nella sua immensa bellezza, tanto da sembrare un paradiso in terra. In un luogo così meraviglioso, tuttavia, non sono immuni dal dolore, alle prese con una lotta costante con sé stessi e con la quotidianità, con una sofferenza che logora le loro esistenze ma non riesce a sedare il desiderio di rinascita e di felicità. “Il piccolo ascensore” che sale verso il cielo è l’inizio del catartico percorso e mostra, forse, la via della salvezza, chissà…

Un piccolo scrigno mi parla ancora di te

E’ possibile tesaurizzare l’amore?
Conservarlo in “un piccolo scrigno” cui attingere per vivere anche d’assenza, senza perdere un attimo, un ricordo, un’emozione?

Avviene nelle poesie e prose di Bruno Lorenzo Castrovinci.

Con sincerità l’autore si racconta e racconta, ricorrendo all’uso del prosimetro, da tempo trascurato in nome di una distinzione talora astratta e troppo cerebrale tra la sintesi poetica e la discorsività e colloquialità della prosa.
Lo sanno due giovani poeti come Gio Evan e Rupi Kaur, che alternano liberamente versi e prosa e illustrano i loro componimenti con immagini dalla forte valenza comunicativa, un’interartisticità sicuramente apprezzata dai giovani lettori nativi digitali.
Così il discorso poetico di Castrovinci si svolge con generosa semplicità, assecondando i ritmi del cuore e concedendo all’interlocutore di partecipare ad ogni ondeggiamento dell’animo, insopita passione.
Continua è l’aspirazione del poeta a fondersi, insieme alla donna amata, con il grande respiro dell’universo; costanti le sue proteste nel desiderio di starle accanto, offrendo solida e sublimata amicizia e rassicurandola; acuta la nostalgia nella seconda parte della raccolta, dove ogni verso, in sé concluso e spesso ostinatamente cominciato
con la maiuscola, pare epigraficamente ribadire un inizio, mentre la parola “fine” non è mai la fine di tutto, bensì il principio di un nuovo modo d’amare. Ma è sempre un amore irrisolto e irrisolvibile e tuttavia ragione di vita, luce “nella notte dell’oblio”, “pensiero così forte da rompere il silenzio”.

Le parole stesse, nella loro disarmante, icastica essenzialità, (le parole dell’amore) diventano battiti, connaturali all’amore vissuto e raccontato, si tramutano in immagini, in albe e tramonti d’estate, si colorano della speranza di “un nuovo tempo” del “camminare insieme”.
Il poeta riesce sempre, infatti, ad esorcizzare la “brevis lux” e il “freddo silenzio”, nonostante qualche momento di sconforto esistenziale (Senti che il tempo non ti appartiene/E aspetti nel silenzio/ quel momento/In cui anche il battito/del tuo cuore non/ ci sarà più) e contemplando dentro sé l’anima dell’amata “comprende”, finalmente,” il senso dell’infinito”.

Prose e poesie d’amore e, soprattutto, di tenero abbandono alla catarsi di una terapeutica memoria.

Antonella Molica Franco

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